sabato 9 febbraio 2013

LA SOPRAVVIDENZA DEL NEGOZIO DI VICINATO


Botteghe storiche - L'attuale Centro Cucito Fusè nel 1953



“…….In definitiva possiamo dire che la storia dei negozi è la storia della città e dei quartieri in cui si insediano sino al punto da farsi caratterizzare dal loro particolare e tipico microambiente sociale sin dall’impronta anche fisica dei locali. Viceversa, la storia della città e dei suoi quartieri sarebbe meno comprensibile se si prescindesse dal riferimento all’attività commerciale dei piccoli negozi loro propria.
IL FATTO E’ CHE IL PICCOLO COMMERCIO COSTRUISCE LA COMUNITA’ LOCALE.”
Luigi Trezzi – Università Milano Bicocca

E’ un momento non certo facile per il commercio, messo a dura prova dal calo del potere di acquisto dovuto ad una crisi pesante e nell’aspettativa di una ripresa che potrebbe essere vicina ma stenta a manifestarsi.
Oltre a questo periodo di stasi il punto vendita tradizionale deve fare i conti con i colossi della grande distribuzione che puntano sulla disponibilità in materia di orari, su prezzi e offerte speciali cercando così di sbaragliare la concorrenza.
Il negozio sotto casa invece parla un altro linguaggio: quello del rapporto con il cliente, un rapporto unico che rende questo luogo un punto di riferimento. Il negozio sotto casa si differenzia per la professionalità, la qualità, la fiducia, la garanzia, la creazione di eventi che portano il rapporto ben al di là dell’acquisto. La sua prerogativa è dunque di prestare attenzione alle esigenze della clientela e privilegiare l’importanza del rapporto interpersonale di fiducia tra lui e il cliente che sta alla base di una corretta politica di scambio. E’ una pregiata caratteristica contrapposta ad un sistema commerciale che punta di solito sul distacco tra chi vende e chi acquista ed è basato su un criterio dominante che è il prezzo.
Noi crediamo che il futuro del commercio sia proprio nelle piccole attività perché sono “grandi dentro” essendo molto di più di un luogo dove fare acquisti; sono una forma di imprenditorialità che va tutelata.
“…la chiusura di un piccolo negozio non riguarda soltanto il singolo operatore, ma è una perdita per tutti, cosi come lo spegnersi di una vetrina o di un’insegna significa il lento spegnersi dei nostri quartieri e dei nostri centri storici”
Il servizio di vicinato risulta essere perciò fattore di coesione sociale e contrasto ai fenomeni di desertificazione. Esiste dunque un interesse pubblico e territoriale affinché il commercio di prossimità non solo sopravviva, ma ridiventi un punto di riferimento culturale, ovviamente legato alla qualità dell’attività svolta, all’eccellenza dei prodotti o alla tradizione che rappresenta (negozi storici).
In questo contesto i cittadini-consumatori devono essere coscienti del loro importante ruolo e del loro “potere”. Acquistando nel negozio di prossimità e partecipando agli eventi possono contribuire a valorizzare la città e a “salvare il commercio”.
Facciamo in modo che i nostri soldi arrivino a gente comune che ha bisogno di essere sostenuta e non alle multinazionali che spesso hanno la loro sede legale fuori dall’Italia. Così facendo saremo noi a dare una mano alla nostra ripresa.

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